Allegoria della morte ( Maranthega piece)

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Il treno andava così lento che pareva quasi immobile.
Nessuno parlava. Nessuno aveva un volto.
Ognuno se ne stava per conto proprio, a fissarsi le scarpe o le mani giunte in grembo.
Nella carrozza aleggiava un silenzio irreale, rotto solamente dallo sbatacchiare delle rotaie.
Fuori dal finestrino non si vedeva altro che una spessa coltre rubiconda di parvenza quasi tangibile.
Ad ogni fermata, chi doveva, scendeva senza curarsi di null'altro. Persino le madri abbandonavano i figli sui sedili…o viceversa.
Ormai erano scesi in molti dalla carrozza, e Shynn si chiese se non fosse il caso di scendere a sua volta, ma appena si accinse a lasciare la propria postazione, l'obliteratore, che fino a quel momento non aveva neanche notato, lo bloccò.
<< Non è questa la tua fermata, figliolo>> Disse costui con voce profonda e straordinariamente echeggiante.
<< Signore…>> Domandò allora il ragazzo. << Signore, qual è la mia fermata?>>
L'obliteratore fece spallucce << Solo tu puoi saperlo. Ma se non ne sei sicuro, non ti consiglio di lasciare il treno. >>
Shynn dovette ammettere che non aveva mica torto. Così si lasciò sprofondare nuovamente sullo sconquassato sedile di pelle, ad aspettare…
Dopotutto sarebbe stato interessante assistere al termine la corsa.
© 2009 - 2024 Maniaga
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